Accise sulla benzina: quello che c’è da sapere

Anche oggi il pieno di carburante alla macchina o alla moto si è fatto sentire? In buona parte dipende dalle accise sulla benzina – o più in generale, dalle accise sui carburanti. Certamente ne avrai sentito parlare, e neanche poco, ma probabilmente avrai le idee confuse perché è un argomento molto dibattuto. Ma non c’è problema: lo staff di Unicusano Benevento ti aiuterà anche in questo. Continua a leggere e scopri quello che c’è da sapere sulle accise sulla benzina.

Cos’è un accisa

In scienza delle finanze per accisa s’intende un’imposta sulla fabbricazione e vendita dei prodotti di consumo. In Italia sono soggetti ad accisa gli oli minerali e i loro derivati, l’alcool e le bevande alcooliche, i fiammiferi, i tabacchi lavorati, l’energia elettrica, il gas metano e gli oli lubrificanti.

La differenza tra una tassa ed un’accisa

Una tassa è un tributo versato allo Stato per un servizio reso ai privati. L’accisa è un’imposta ce ha a che fare con la vendita e la produzione di un bene: per ogni quantitativo stabilito di quest’ultimo, si prevede a calcolare una percentuale che è sottoposta ad accisa. Quindi possiamo dire che le tasse sono imposte dirette, mentre le accise sono imposte indirette.

Le accise sulla benzina e sugli altri carburanti

Le accise sulla benzina, rispetto alle addizionali sugli altri carburanti, sono le più care. Dal 1 gennaio 2013 i valori rimangono immutati e sono:

  • 0,728 €/litro per la benzina;
  • 0,61 €/litro per il diesel;
  • 0,14 €/litro per il gpl

che sono i tre carburanti più diffusi nella nostra nazione.

Nei primi sei mesi di quest’anno, sono entrati nelle casse dello stato ben 11 miliardi di euro dalle accise sui carburanti, mantenendo i valori simili a quelli dello scorso anno, quando in totale dalle accise sono entrati 25,7miliardi di euro. Ecco perché, più in generale, le accise sui derivati energetici rappresentano la quarta voce tra le entrate tributarie dello stato.

Prezzo della benzina: quanto costa veramente?

Se hai un mezzo di trasporto a benzina, ecco un po’ di numeri che possono interessarti.

Al 10 settembre il prezzo medio rilevato per 1 litro di benzina è di 1,643 €/litro. Il 62% di questa cifra – pari a 1,025 €/litro – sono tasse, di cui come detto 0,728 €/litro vanno per le accise sulla benzina, mentre 0,297 €/litro vanno in IVA (22%).

Possiamo quindi dire che, senza tasse dirette o indirette ed approssimando il più possibile – un pieno da 60€ di benzina in verità ti costerebbe 25€.

Quali sono le accise sui carburanti

Nonostante spesso si dica che con le attuali accise sulla benzina sugli altri prodotti energetici pensino ancora vecchie imposte necessarie per finanziare guerre o ricostruzioni, non è del tutto vero. Le imposte in questione erano:

  • 0,000981 € per la guerra in Etiopia del 1935-36;
  • 0,00723 € per la crisi di Suez del 1956;
  • 0,00516 € per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
  • 0,00516 € per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
  • 0,00516 € per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
  • 0,0511 € per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
  • 0, 0387 € per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 0,106 € per il finanziamento della guerra del Libano del 1983.

Dagli anni ’90 ad oggi

Nel 1995, con il un provvedimento del Governo Dini che ha istituito il Testo unico delle accise, queste imposte sono state abolite, a favore di un unico capitolo di spesa generale dello Stato.

Dopo la metà degli anni ’90 sono state introdotte altre accise:

  • 0,0114 € per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
  • 0,02 € per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  • 0,005 € per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
  • 0,0051 € per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
  • da 0,0071 € a 0,0055 € per il finanziamento alla cultura nel 2011;
  • 0,04 € per far fronte all’arrivo degli immigrati dopo la crisi libica del 2011;
  • 0,0089 € per l’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011:
  • 0,082 € per il decreto “Salva Italia” del 2011;
  • 0,02 € per i terremotati dell’Emilia del 2012.

Dal 2013, tutte queste accise sono state rese strutturali dalla legge di stabilità del 2013: ciò significa che non sono più suddivise in scopi specifici ma vanno a sommarsi in un’unica imposta necessaria a far fronte alle diverse spese dello Stato. Inoltre, è anche utile sapere che dal 1999 le singole regioni possono imporre un’accisa autonoma sulla benzina.

A cosa servono

Come hai letto, le accise hanno avuto lo scopo di far fronte alle numerose emergenze di cassa dello Stato: terremoti, calamità naturali e – negli ultimi tempi – crisi umanitarie sono l’esempio più lampante. Ma sono state utili anche per migliorare le condizioni di lavoro di alcune categorie di lavoratori e per importanti provvedimenti per contrastare l’inquinamento causato dalle fonti di energia non rinnovabili. Quindi sì, sicuramente hanno un impatto molto forte sulla spesa per fare carburante, ma va anche detto che fanno fronte a spese particolarmente utili per la comunità.

Accise ed economia

L’attuale Governo vorrebbe – e potrebbe – tagliare le accise sulla benzina. Un provvedimento molto utile per i cittadini, ma di fatto sarà difficile trovare una copertura degna dell’entrata che garantiscono. Inoltre l’Unione Europea impone agli stati membri una quota minima di accise sui carburanti più inquinanti, sotto la quale non è possibile andare. Vedremo come andrà a finire.

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