Come prepararsi ad un colloquio di lavoro

Sapete che esistono delle dritte relative a come prepararsi a un colloquio di lavoro? Già: perché gli esaminatori sapranno leggere dietro la “facciata”, scovando insicurezze e paure, ed è quindi necessario imparare a porsi nel migliore dei modi, capendo come è meglio comportarsi nel corso di un colloquio di lavoro.
presentarsi bene al colloquio di lavoro
La prima impressione, infatti, è spesso quella che conta ed è importante – per questo – prepararsi al meglio ad un colloquio conoscitivo, se si intende fare una buona impressione.

Vediamo qui di seguito alcuni consigli relativamente a presentarsi bene al colloquio di lavoro redatti dallo staff della Unicusano di Benevento

Colloquio: ecco cosa fare

Ecco alcuni consigli per presentarsi ad un colloquio di lavoro e fare buona impressione ai recruiter…

1 – Sostenere lo sguardo

L’impatto visivo è fondamentale in ogni relazione umana e quella professionale non fa eccezione: ecco perché un recruiter delle risorse umane apprezzerà uno sguardo aperto e sostenuto mentre si troverà a dover penalizzare chi mostra uno sguardo vacuo, occhi bassi o con difficoltà a fissare l’interlocutore.

Uno sguardo sostenuto, infatti, è indice di sicurezza e consapevolezza delle proprie capacità. Al contrario gli occhi bassi saranno interpretati come un indice di insicurezza.

2 – Sorridere

Esatto: sorridere (attenzione: non ridere) è un modo per essere apprezzati come persone cordiali ed entusiaste del posto di lavoro per cui si è candidati.

Mostrarsi gioviali e di buon umore è il miglior modo per portare l’esaminatore sulla stessa lunghezza d’onda: sorriso chiama sorriso e un colloquio disteso sarà più facile da affrontare senza ansia e in maniera serena.

3 – Stringere la mano con decisione

Il primo biglietto da visita, quando si conosce una nuova persona (specialmente se si trattavdi un esaminatore ad un colloquio di lavoro) è la stretta di mano.

Attenzione all’eccessiva sudorazione o a dare una stretta poco convincente con la mano moscia: verrà interpretato con segno di insicurezza e poca voglia di affrontare il colloquio.

Una stretta vigorosa insieme ad uno sguardo sostenuto ed un sorriso, invece, contribuiranno ad accrescere l’opinione positiva del recruiter.

4 – Assumere una postura corretta

Quando ci si siede di fronte all’esaminatore, nel corso di un colloquio lavorativo è bene fare attenzione alla postura. Ecco cosa evitare a un colloquio: gambe accavallate, posizione “distesa” sulla sedia, braccia incrociate, mento appoggiato sul dorso della mano, gomiti sulla scrivania.

Meglio assumere un atteggiamento neutro mantenendo il torso leggermente in avanti così da denotare interesse verso ciò che l’esaminatore sta dicendo.

5 – Occhio al look

Il look va pensato in base alla posizione che si andrà a ricoprire; come regola generale, comunque, vale quella di non presentarsi mai in maniera sciatta.

Magari se si andrà a sostenere un colloquio presso una agenzia di creativi la giacca e la cravatta (o il tallieur) saranno “out” ma è sempre meglio scegliere capi d’abbigliamento non volgari che denotino la propria personalità senza essere troppo appariscenti.

Via libera ad accessori, basta evitare di giocherellarci troppo durante il colloquio (stessa cosa vale per i capelli).

6 – Portare con sé curriculum, referenze e lettera di presentazione

Quando si pensa a cosa dire a un colloquio, viene spontaneo il “ma tanto è già scritto nel curriculum”. Errore: come prima cosa l’esaminatore non è tenuto a ricordarsi tutto né è suo compito stampare la presentazione.

Ecco perché è bene portare con sé una copia del cv da lasciare al recruiter accompagnata da eventuali referenze e da una lettera di presentazione. Vietati i copia-incolla: dovrà essere personalizzata e riferita in maniera chiara all’azienda in questione e alla posizione che si vorrebbe ricoprire.

7 – Domande: fate quelle giuste

In ultimo, ci sono delle cose da non dire al colloquio. Ad esempio: quant’è lo stipendio? Posso prendermi una settimana di ferie visto che ho già prenotato le vacanze?

Meglio preferire quesiti riferiti alla posizione per cui ci si sta candidando o ai progetti ed obbiettivi futuri dell’azienda.

Assolutamente escluso il rispondere al quesito dell’esaminatore “hai qualche domanda?” (generalmente posto a fine colloquio) con un secco “no”. Dimostrerà uno scarso interesse verso la posizione e un mancato slancio progettuale verso una crescita comune.

Vietato anche parlare male di ex datori di lavoro, aziende concorrenti con cui si sono avute esperienze e professori universitari: i recruiter interpreteranno questo atteggiamento come abituale e non possono certo permettersi di assumere chi in futuro potrebbe parlar male della loro azienda.

Avete trovato utili i nostri consigli per un buon colloquio di lavoro?


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