Le 5 cose che (forse) non sai della facoltà di psicologia

Hai quasi finito la scuola superiore e stai pensando di iscriverti alla facoltà di Psicologia? Si tratta davvero di un’ottima scelta, ma è fondamentale iniziare il percorso universitario avendo ben chiari i propri obiettivi, in modo da non ritrovarsi, nel corso degli anni, a pentirsi delle proprie scelte e a seguire un percorso obbligato piuttosto che una scelta consapevole.

Ecco quindi 5 cose che forse non sai della facoltà di Psicologia e che invece dovresti sapere prima di intraprendere questo percorso di studi.

1. Le prospettive professionali dei laureati in psicologia

Gli studenti che si laureano in psicologia possono lavorare come dottori in tecniche psicologiche, come psicologi o come psicoterapeuta.

Dottore in tecniche psicologiche

Il dottore in tecniche psicologiche è una figura professionale che può svolgere mansioni “inferiori” rispetto a quelle delle psicologo, che comunque deve sempre supervisionare tali attività.

Si tratta di una figura professionale introdotta nel 2001, con il Decreto n.328/2001- Capo X, sotto il nome di “psicologo junior”, poi modificato in “dottore in tecniche psicologiche” proprio per sottolineare le differenze tra i due profili (Legge n.170/2003, Art.3).

Il dottore in scienze psicologiche può, ad esempio, somministrare test non diagnostici, assistere alla formazione aziendale o svolgere compiti da educatore. Per conseguire questo titolo è necessario laurearsi al corso triennale, seguire un tirocinio e superare l’Esame di Stato, per poi iscriversi all’apposito Albo professionale, sezione B. Il percorso di studi per diventare dottore in tecniche psicologiche dura quindi dai 3 ai 4 anni circa.

Nonostante la brevità del percorso professionale, che potrebbe sembrare un vantaggio, bisogna però sottolineare come il mercato del lavoro per queste figura professionale sia piuttosto privo di possibilità, con un’elevata difficoltà nel trovare un’occupazione e l’impossibilità di svolgere un lavoratore autonomo.

Dopo la laurea triennale, quindi, è consigliabile proseguire gli studi con il corso di laurea specialistico, in modo da poter aspirare alla professione di psicologo.

Psicologo

Lo psicologo è un professionista delle salute, specializzato nel funzionamento della psiche: attraverso gli strumenti tipici della professione e applicando specifiche teorie, ha l’obiettivo di far ritrovare uno stato di benessere a coloro che si rivolgono a lui. Il lavoro dello psicologo può essere indirizzato a singoli, a gruppi o a comunità.

Gli ambiti di lavoro sono diversi, e variano in base all’indirizzo scelto durante il percorso di studi.

Il più noto è sicuramente quello della psicologia clinica, che porta il professionista a lavorare in un servizio pubblico oppure ad aprire uno studio privato, dove poter fare diagnosi attraverso la somministrazione di test, o svolgere attività di consulenza, sostegno e riabilitazione. Attenzione però: lo psicologo non può svolgere attività di psicoterapia (per la quale bisogna appunto essere psicoterapeuti), né somministrare farmaci, attività di competenza dello psichiatra.

Un altro ambito è quello della psicologia del lavoro, che consente di trovare occupazione all’interno di contesti aziendali, dove lo psicologo può occuparsi, ad esempio, della selezione del personale.

Chi invece opta per l’ambito sociale potrà collaborare con gli Enti territoriali per migliorare la qualità di vita all’interno delle comunità. Infine, chi si specializza in neuroscienze, troverà possibilità occupazionali all’interno dei Centri di ricerca.

Il lavoro delle psicologo, quindi, può assumere diverse forme, anche e soprattutto in base alle proprie inclinazioni personali.

Per diventare psicologo, tuttavia, non basta conseguire una laurea triennale poi seguire un corso di laurea specialistica biennale. L’iter andrà infatti completato svolgendo gratuitamente un tirocinio professionalizzante, della durata di un anno, sostenendo l’esame di Stato e infine iscrivendosi all’Albo professionale dell’Ordine degli psicologi, sezione A, per poter essere abilitati all’esercizio della professione.

Si tratta di un percorso che richiede circa 6 anni, e che purtroppo molto spesso immette in un mercato del lavoro difficile, nel quale il giovane psicologo fatica nel trovare una professione appagante, anche per l’agguerrita concorrenza dei più formati psicoterapeuti.

Ecco perché molti psicologi, una volta terminato questo percorso di studi, decidono di iscriversi ad un master, un dottorato o una scuola di specializzazione, per ottenere il titolo di psicoterapeuta e poter creare una propria attività, proponendo servizi che possano rispondere al bisogno di assistenza psicologica molto presente nella società attuale.

Psicoterapeuta

psicologiaLo psicoterapeuta è uno psicologo che può svolgere attività di psicoterapia: può quindi svolgere tutte le mansioni che sono di competenza di uno psicologo clinico, ma in più prendere in carico una persona che soffre di una particolare patologia, come ad esempio la depressione, agendo in profondità attraverso l’applicazione di tecniche specifiche. Ricordiamo che lo psicoterapeuta non può somministrare farmaci, attività di competenza dello psichiatria, ossia del medico che si è specializzato in psichiatria.

Per diventare psicoterapeuta bisogna prima completare l’iter per diventare psicologo e quindi iscriversi a una scuola di specializzazione della durata di 4 anni: tale scuola può essere sia privata che universitaria, purché sia ufficialmente riconosciuta dal MIUR. Dal momento che a frequentare la scuola di specializzazione sono dei professionisti, le lezioni si svolgono solitamente nel weekend, in modo da permettere di svolgere un’attività lavorativa durante la settimana.

Le scuole di specializzazione in psicoterapia si differenziano per il quadro teorico di riferimento; le più diffuse sono:

  • cognitivo comportamentale
  • costruttivista
  • sistemico
  • psicoanalico.

Il mercato di lavoro di uno psicoterapeuta è senza dubbio più ampio rispetto a quello di uno psicologo, anche grazie al maggior numero di attività che possono essere svolte.

2. Esiste solo lo psicologo clinico?

Quella dello psicologo clinico è l’immagine più diffusa della psicologia, ma come abbiamo anticipato, gli psicologi sono coinvolti in moltissimi ambiti al di là della clinica.

Anche nella psicologia clinica, poi, esistono numerose specializzazioni, come:

  • Terapia di coppia o famigliare;
  • Terapia in comunità;
  • Terapia di recupero delle dipendenze;
  • Psicologia dell’immigrazione;
  • Sessuologia (tipicamente abbinata alla terapia di coppia).
  • Psicologia LGBT+ (un campo che sta sorgendo ultimamente, che si occupa di trattare le necessità e le problematiche sociali di questa categoria di persone. Ha diverse affinità con la sessuologia, ma segue il percorso a livello anche sociale).
  • Psico-oncologia e psicologia ospedaliera (rami molto delicati dedicati al trattamento dei clienti con lunga degenza o terminali, o al recupero ottimale post-tumorale);
  • La Psicologia dell’emergenza, in genere sia impiegato nel pronto soccorso, per trattare i pazienti in stato di shock, che hanno appena subito un trauma o relativi parenti. Tuttavia la psicologia dell’emergenza trova un’importante applicazione anche fuori dagli ospedali: è infatti la specializzazione di quella classe di psicologi che interviene sui sopravvissuti alle catastrofi direttamente sul luogo della calamità.
  • La psicologia dello sviluppo e del ciclo di vita, che si focalizza principalmente sullo studio e sul trattamento di quella che viene chiamata “Età dello sviluppo”: infanzia e adolescenza. All’opposto è invece la psicologia dell’età geriatrica, che si occupa invece delle problematiche psico-sociali relative all’invecchiamento;
  • La neuropsicologia clinica è una grossa ramificazione della psicologia clinica che studia gli aspetti funzionali del cervello, sia nell’ambito della ricerca che clinico-patologico.
    La seconda si occupa dello studio e della cura dei danni apportati agli elementi del sistema nervoso.

3. Che possibilità ci sono oltre la psicologia clinica?

psicoterapiaAbbiamo ormai capito che diventare psicologi non vuol dire necessariamente diventare psicologi clinici: esistono moltissime specializzazioni che si distanziano dalla psicologia clinica. Eccone alcune:

  • La psicologia del lavoro e delle organizzazioni è una branca che si occupa di potenziare la produttività e assicurare il benessere all’interno delle organizzazioni aziendali;
  • La psicologia cognitiva applicata è una nuovissima branca che si pone di assicurare e migliorare il benessere dei propri clienti. Il target di riferimento può essere una singola persona, così come un’intera comunità.
  • La psicologia dello sport è una branca particolarmente ricercata al giorno d’oggi. Gli psicologi dello sport si occupano della preparazione mentale e del benessere degli atleti. Negli sport di squadra inoltre gestiscono la comunicazione non solo all’interno dei team sportivi, ma fra tutte le figure che fanno parte della squadra, inclusi allenatori e figure affini.
  • La psicologia forense è un campo piuttosto ampio e famoso della psicologia che va a toccare anche alcuni aspetti della psicologia clinica. Come psicologo forense ci si può ad esempio occupare di criminologia o di psicologia della testimonianza. Si riveste anche un ruolo importante nella raccolta di testimonianze da parte di minori che hanno subito un abuso.
  • Il campo della formazione. Al di là del lavoro come insegnante al liceo, gli psicologi possono occuparsi di condurre corsi di formazione nel campo ad esempio della comunicazione o fornire competenze specifiche ai dipendenti delle aziende che lo richiedono.

4. Le materie di studio

Ogni ateneo struttura i corsi di laurea in modo peculiare, ma in tutte le facoltà di psicologia si studiano materie come:

  • Psicologia generale
  • Psicologia dello sviluppo
  • Psicologia sociale
  • Psicologia del lavoro
  • Psicologia clinica
  • Psicologia dinamica
  • Psicologia cognitiva
  • Psicologia dell’infanzia
  • Biologia
  • Neuroscienze o neuropsicologia
  • Inglese
  • Storia della filosofia o delle scienze umane
  • Statistica psicometrica
  • Pedagogia generale o Sociologia generale
  • Metodi e tecniche dell’intervista e del questionario
  • Metodi e tecniche di conduzione dei gruppi
  • Metodologia della ricerca psicologica.

5. Esiste un profilo ideale per studiare psicologia?

Il candidato ideale ad un percorso nella Facoltà di Psicologia è una persona dotata di buona cultura generalepropensione all’empatia e all’intuizione empaticapazienzacapacità di ascolto e buona capacità di affrontare le avversità con calma, raziocinio e ragionamento lucido e logico. Queste sono alcune delle soft skill, o qualità innate, richieste ed utili per diventare un bravo psicologo.


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